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Lunedì, 22 Dicembre 2008 00:34

XXV. La Chiesa Ortodossa del Giappone

L’Ortodossia in Giappone è divenuta presto un fenomeno indigeno che le ha permesso di sopravvivere ai periodi di ostilità tra Giappone e Russia. Il processo si completò nel 1972 con l’installazione del vescovo Teodosio come primo metropolita nativo giapponese.

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Martedì, 04 Novembre 2008 23:59

XXIV. La Chiesa Ortodossa di Finlandia

Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa Ortodossa di Finlandia





Sebbene sembra che i primi cristiani in Finlandia fossero bizantini, la maggior parte del paese ha ricevuto la fede cristiana secondo la tradizione latina attraverso l’attività di missionari svedesi. La provincia finnica di Karelia, tuttavia, fu evangelizzata da monaci bizantini dell’antico monastero di Valamo, situato in un’isola del Lago Ladoga.

Nel sec. XIII la Finandia fu terreno di lotta tra i cattolici svedesi e la Russia ortodossa. Gli svedesi guadagnarono il controllo di buon parte della Finlandia, ma la Karelia cadde sotto il controllo russo.

Nel 1617 anche la Karelia fu presa dagli svedesi, che nel frattempo avevano aderito alla fede luterana. Gli svedesi perseguitarono gli ortodossi, ma le cose migliorarono alla fine del secolo.

La Karelia fu nuovamente occupata dalla Russia nel 1721 e nel 1809 lo Zar conquistò tutta la Finlandia, che diventò un granducato autonomo dell’impero russo. Verso la fine del sec. XIX gli ortodossi della Karelia cominciarono ad imporre la propria identità nazionale. La liturgia e molte opere spirituali e teologiche ortodosse vennero tradotte in finnico, che rimane il linguaggio liturgico di questa Chiesa.

Nel 1917 la Finlandia si rese indipendente dalla Russia e nel 1918 gli ortodossi finlandesi si dichiararono chiesa autonoma rispetto a Mosca; il Patriarca Tikhon di Mosca riconobbe il suo stato di autonomia nel 1921. Nel 1923 la Chiesa ortodossa finnica fu ricevuta dal Patriarca di Costantinopoli come una chiesa autonoma.

La guerra tra Finlandia e Unione Sovietica (1939-1940) e la susseguente annessione di buona parte della Karelia all’URSS comportò la perdita del 90 % delle proprietà appartenenti alla chiesa Ortodossa finnica. Molti ortodossi finnici furono trasferiti in altre parti della Finlandia e vi iniziarono una nuova vita.

Nel 1957 il Patriarcato di Mosca riconobbe l’autonomia della Chiesa ortodossa finnica sotto il Patriarcato Ecumenico. Nel 1980 l’Assemblea Generale della Chiesa ortodossa finnica votò per avere lo stato autocefalo dal Patriarcato Ecumenico, ma la proposta non ha avuto alcun seguito.

La storia del monachesimo ortodosso finnico è lunga, ma i monasteri dovettero essere evacuati durante la guerra russo-finnica quando i Sovietici guadagnarono il controllo della regione. Il famoso monastero di Valamo fu rifondato a Heinaves (Finlandia centrale) sotto il nome di Nuovo Valamo. La comunità comprendeva anche monaci provenienti da altri monasteri della Karelia. L’ultimo dei monaci originari di Valamo è morto nel 1981. Anche il convento di Lintula è stato rifondato vicino al Nuovo Valamo. Oggi i due monasteri sono centri importanti della vita spirituale ortodossa finnica.


La disintegrazione dello Stato Sovietico ha facilitato il miglioramento delle relazioni tra le Chiese ortodosse finniche e russe. Nel 1994 sei gruppi pastorali, ciascuno capeggiato da un sacerdote, sono stati mandati dalla Chiesa finnica a prestare servizio per Natale e per la Settimana Santa nelle parrocchie ortodosse della sezione russa della Karelia. Nel settembre 1994 il Patriarca russo Alessio II ha visitato la Finlandia e ha ringraziato la Chiesa ortodossa locale per l’ospitalità concessa alla comunità di Valamo. La Chiesa finnica è ora impegnata nel restauro del monastero originale di Valamo in Russia.

Nel 1918 è stato fondato a Sortavala in Karelia un seminario ortodosso finnico, subito dopo l’indipendenza della Finlandia. Dopo che la città fu annessa dai Sovietici nel 1940, il seminario venne spostato a Helsinki. Nel 1957 fu trasferito a Humaljarvi, e a Kuopio quattro anni dopo. Fu ufficialmente chiuso nel luglio del 1988 per dare la possibilità di stabilire un dipartimento di Teologia Ortodossa all’Università di Joensuu, che entrò in funzione alla fine del 1988.

Quando è scelto un nuovo Arcivescovo di Finlandia, la sua elezione dev’essere confermata dal Patriarcato Ecumenico. I rappresentanti della Chiesa ortodossa finnica prendono ora parte alle attività pan-ortodosse con i delegati delle Chiese ortodosse autocefale.

Il governo della Finlandia riconosce la Chiesa ortodossa finnica come la seconda Chiesa nazionale, dopo la predominante Chiesa Evangelica Luterana. Questa è la sola Chiesa ortodossa che ha adottato le date occidentali per Pasqua e per le feste fisse.

Un calo demografico ha avuto luogo negli Anni 90, quando la popolazione ortodossa s’è spostata massicciamente verso Helsinki e le più popolate regioni meridionali del paese. Attualmente in Finlandia si contano 50 chiese circa e 100 cappelle con un totale di 25 parrocchie.


sito internet: http://www.ort.fi/en/index.php

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Sabato, 06 Settembre 2008 20:05

XXIII. Chiesa Ortodossa del Sinai

Le Chiese dell'oriente cristiano

Chiesa Ortodossa del Sinai






Essendo il sito dove secondo il Libro dell’Esodo Mosè ricevette la Legge da Dio, fin dai primi secoli il Sinai è stato frequentato dai pellegrini cristiani. Col sec. III gli anacoreti cristiani hanno cominciato a viverci e dal sec. IV vi si stabilirono una o più comunità di monaci.

Poiché la zona divenne critica e i monaci vulnerabili ad attacchi, nel 528 l’imperatore Giustiniano decise di fortificare il monastero. Vi trasferì inoltre 200 famiglie dall’Egitto e da Trebisonda perché proteggessero e servissero la comunità monastica.

In principio il monastero ebbe un carattere fortemente internazionale con monaci slavi, arabi, latini, armeni, etiopi, siriani e greci. Il monaco forse più famoso del monastero fu S. Giovanni Climaco, che fu abate nel sec. VII. In quel tempo la zona fu conquistata dai musulmani arabi. I governi islamici erano sostanzialmente tolleranti, ma in più occasioni tribù selvagge assaltarono il monastero obbligando i monaci a chiuderlo temporaneamente e a rifugiarsi al Cairo o ad Alessandria. Durante questo periodo, i monaci di altre nazionalità lasciarono il monastero ai Greci.

Il monastero di Santa Caterina, conosciuto fin dal sec. IX, faceva parte del Patriarcato di Gerusalemme, con la diocesi di Pharan. Dopo che il vescovo di Pharan venne deposto, nel 681, con l’accusa di monotelismo, la sede episcopale fu trasferita nel monastero stesso e l’Abate divenne quindi il vescovo di Pharan. Con la conseguente unione della diocesi di Raitho al monastero, tutti i cristiani della penisola sinaitica finirono sotto la giurisdizione dell’Abate-arcivescovo.

Nel 1575 il Patriarcato di Costantinopoli concesse al Monte Sinai l’autonomia, riaffermata nel 1782. Il solo legame con il Patriarcato di Gerusalemme era che l’Abate, eletto in un’assemblea di monaci seniori, doveva essere ordinato vescovo dal Patriarca di Gerusalemme, il quale era commemorato anche nella liturgia del monastero.

La biblioteca del monastero è rinomata per la sua antichità e per i suoi manoscritti. E’ qui che nel 1859 Tischendorf trovò il Codex Sinaiticus della Bibbia. Oggi la biblioteca vanta 4.000 manoscritti. Alcune delle più antiche icone sono custodite nel monastero, che era già fuori dall’impero bizantino durante la controversia iconoclasta quando molte delle icone imperiali andarono distrutte.



Attualmente il monastero, oltre alla biblioteca, possiede una casa per ospiti e un ospedale per la popolazione locale. I monaci, inoltre, dirigono una scuola in Cairo. Dal monastero dipendevano molte chiese e monasteri (metochia ) sparsi in altri paesi. Oggi ne ha uno in Cairo (dove spesso risiede l’Abate), sette in Grecia, tre in Cipro, uno in Libano e uno in Istanbul.

Oggi, oltre ai circa 20 monaci formanti la comunità monastica, questa chiesa include qualche centinaio di beduini e pescatori che vivono al Sinai. Nel 1984 è stato stipulato un accordo tra i governi greco ed egiziano che concede al monastero di ricevere fino a 50 nuovi monaci greci.

Dall’invasione d’Israele del 1967, il problema più grave che la comunità ha dovuto affrontare è il mantenimento di un autentico stile monastico nonostante il massiccio flusso dei turisti. Il problema persiste dopo che la zona è tornata sotto l’amministrazione egiziana.

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Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa ortodossa in America

di John Nellykullen



L’ortodossia arrivò in America quando un gruppo dei missionari ortodossi del monastero di Valaam giunse in Alaska nel 1794. In quel tempo l’Alaska era un territorio della Russia imperiale. La prima chiesa fu costruita nell’isola Kodiak, e un certo numero degli abitanti dell’Alaska fu battezzato. Neln 1840 una diocesi fu eretta per la Kamchatka, per le isole Kurili e per le Aleutine, con sede a Sitka. Il primo vescovo fu Innocent Veniaminov, che divenne in seguito il metropolita di Mosca. Verso 1867, quando l’Alaska fu venduta agli Stati Uniti, la missione russa stava crescendo tra gli abitanti locali e la bibbia e la liturgia ortodosse erano state tradotte nelle lingue locali dell’Alaska.

La sede centrale della diocesi fu trasferita da Sitka a San Francisco nel 1872. Quando il vescovo Tikhon fu nominato per il Nord America nel 1898, c’era una grande crescita della popolazione ortodossa nell’est a causa dell’arrivo di nuovi immigranti. Quindi la sede diocesana fu trasferita a New York nel 1905. Tikhon consacrò un vescovo ausiliare per l’Alaska nel 1903 ed un altro ausiliare per le parrochie Arabe nel 1904 con residenza in Brooklyn, a New York. Nel 1905 il vescovo Tikhon fu elevato al rango di arcivescovo e, dopo aver lasciato l’America nel 1907, ha servito varie altre diocesi e quindi è stato eletto Patriarca di Mosca e di tutta la Russia nel 1917. Morì agli arresti domiciliari nel 1925 e fu canonizzato nel 1989 come Confessore dalla Chiesa Ortodossa Russa.

Un numero significativo di cattolici di rito orientale si unì alla Chiesa ortodossa russa in America alla fine del diciannovesimo secolo. Parziale ma importante motivo di ciò fu il fatto che alcuni vescovi cattolici non accettavano nelle loro diocesi i sacerdoti cattolici sposati, di rito bizantino. L’arcivescovo John Irland di St. Paul , per esempio, rifiutò come parroco per la parrocchia cattolica rutena di Minneapolis il P. Alexis Toth perchè era un vedovo. Di consequenza Toth e suoi parrocchiani passarono alla Chiesa ortodossa russa nel 1891. Thot fondò 17 parrocchie ortodosse negli USA per i cattolici Ruteni che passavano alla chiesa ortodossa. Toth fu canonizzato nel 1994 come persona santa dalla Chiesa ortodossa in America.

Una arcidiocesi ortodossa greca dipendente dalla Chiesa di Grecia fu fondata nel Nord America nel 1921. Questa fu in seguito trasferita al patriarcato ecumenico, ma ciò segnò la fine dell’unità ortodossa nel continente e preparò la via per la fondazione di altre giurisdizioni ortodosse per i vari gruppi etnici dipendenti dalle loro chiese madri d'oltremare.

In seguito alla rivoluzione dei Bolscevichi in Russia nel 1917 ci fu una grande affluenza di immigrati russi in America. Costoro erano coscienti della persecuzione della loro Chiesa in Russia da parte dei comunisti perciò nell’aprile del 1924 la diocesi ortodossa del Nord America divenne autogovernata pur rimanendo in comunione con la Chiesa Madre Russa.

Nel 1935 si ebbe un accordo con la Chiesa Ortodossa Russa all'estero per cui furono rotti i rapporti con il Patriarcato di Mosca e nacque la Metropolia nord-americana, considerata una delle regioni della Chiesa all'estero, con esercizio di governo indipendente.

Però dal 1946 divenne chiaro che la Chiesa Ortodossa Russa all'estero mancava di legittimità canonica agli occhi di tante altre chiese ortodosse perciò la metropolia ristabilì i rapporti con Mosca in quanto Chiesa Capo Spirituale, ma a condizione di conservare l’autonomia amministrativa.

Nel 1970 il Patriarcato di Mosca concesse lo stato di autocefalia alla metropolia nord-americana che adottò il nome di Chiesa ortodossa in America (OCA). Le parrocchie russe in America che vollero rimanere direttamente sotto la giurisdizione di Mosca ebbero il permesso di farlo. Questo atto provocò uno scambio di lettere tra Mosca e Constantinopoli, in cui il Patriarcato ecumenico impugnava l’autorità di Mosca a concedere l’autocefalia alla propria Chiesa figlia. Questa situazione dell’OCA fu in seguito riconosciuta dalle chiese ortodosse di Bulgaria, Georgia, Polonia, Cecoslovacchia.

Ci sono contatti significativi tra l’OCA ed il Patriarcato ecumenico. Delegazioni dell’OCA hanno visitato Istanbul nel 1990 e nel1991. Un altro incontro è avvenuto durante la visita del Patriarca Dimitrios negli Stati Uniti nel luglio 1991. Il Metropolita Theodosius ha guidato una delegazione in visita al patriarcato nel dicembre del 1992. Ad Istanbul sono stati ricevuti dal patriarca Bartolomeo e hanno avuto incontri con la commissione sinodale per gli affari interortodossi. Entrambi hanno espresso una commissione per l’unità e l’ordine canonici ortodossi in America. Un altro passo in questa direzione vi è stato quando quasi tutti i vescovi ortodossi degli Stati uniti e del Canada si sono incontrati a Ligonier, in Pennsylvania, dal 30 Novembre al 2 dicembre del 1994. I vescovi riuniti hanno abolito l’uso della parola “in diaspora” per descrivere la secolare presenza ortodossa in America, e hanno deciso di prendere misure concrete per coordinare la loro attività ed il loro lavoro verso l’unità ortodossa nel continente. Susseguentemente, il Patriarcato Ecumenico ha rifiutato la dichiarazione di Ligonier.

In pratica l’OCA è in comunione con le altre chiese ortodosse, ed i suoi vescovi prendono parte alla Standing Conference of Canonical Orthodox Bishops in America. Però l’OCA non ha potuto partecipare all’attività pan-ortodossa e al dialogo teologico internazionale con le altre comunioni cristiane perchè manca del necessario riconoscimento unanime del suo stato di autocefalia. Tuttavia in questi ultimi anni 2000-2006 sono stati fatti ulteriori passi in avanti.

Il 17 maggio 2007 lo scisma si è formalmente ricomposto, con la firma di un atto di riunificazione da parte del patriarca russo Alessio II e del metropolita Lavr, capo della chiesa estera, nella cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca. A seguito della firma, le due delegazioni hanno celebrato congiuntamente l'Eucaristia.

Tre altre giurisdizioni ortodosse di diversi situazioni etniche sono giunte alla piena comunione canonica con l’OCA, dandole un carattere multi-etnico. Esse sono: la diocesi Albanese con 13 parrochie, la diocesi bulgara con 16 parrochie, e la diocesi rumena con 56 parrochie.

Vi sono sei comunità monastiche sotto la giurisdizione diretta del primate. Le più grande di queste è il New Skete Monastery con l’affiliato monastero di Our Lady of the Sign in Cambridge, NewYork, ed il St. Tikhon’s Monastery in South Canaan, Pennsylvania. Tredici altre comunità monastiche OCA in Nord America sono sotto la giurisdizione delle diocesi locali.

Attualmente l’OCA dirige tre scuole teologiche: il St. Herman’s Orthodox Theological Seminary in Kodiak, Alaska, fondato nel 1973 per formare chierici e altri agenti pastorali originari dell’Alaska, il St.Tikhon’s Seminary in South Canaan, Pennsylvania, fondato nel 1937 e che è affiliato al monastero St. Tikhon. La più grande e più conosciuta scuola è il St. Vladimir’s Orthodox Theological Seminary in Crestwood, New york, fondato nel 1938. Nel dicembre del 1994 la Chiesa ortodossa in America ha avuto in uso la chiesa di santa Caterina in Mosca come sede della sua rappresentanza presso la Chiesa ortodossa Russa.

Negli Stati Uniti ci sono 12 diocesi e 623 parrochie, missioni, e istituzioni appartenenti all’OCA. Le diocesi etniche si estendono anche in Canada, dove è anche una diocesi non etnica presieduta dal vescovo Seraphim. Complessivamente ci sono 91 parrochie canadese. L’OCA ha un esarcato messicano con nove parrochie e missioni e ci sono cinque parrochie in America del sud. Inoltre ci sono tre parrocchie in Australia sotto la giurisdizione canonica della OCA, due in Sydney ed un’altra vicino a Brisbane.


Territorio: Nord America

Guida: Metropolita Theodosius

Titolo: Arcivescovo di Washington, Metropolita di tutta l’America e del Canada

Residenza: Syosset, New York, USA

Membri: 1.000.000

Sito internet: www.oca.org

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Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa Ortodossa
nella Repubblica Ceca
e nella Slovacchia

di John Nellykullen

Nel tempo della fondazione di un stato indipendente dopo la prima guerra mondiale, la Cecoslovacchia era, a livello maggioritario, cattolica. Ma subito dopo l’indipendenza un certo numero di preti e di fedeli cattolici decisero di divenire ortodossi. Il capo di questo movimento, P. Matej Pavilk, fu ordinato vescovo nel 1921 da un vescovo ortodosso serbo a Belgrado, ed assunse il nome di Gorazd. Però la maggior parte di questo gruppo si separò molto presto e formò una chiesa protestante così che il gruppo ortodosso rimase con 40.000 fedeli. Ma questo numero crebbe quando alcuni cattolici di rito bizantino della Transcarpazia divennero ortodossi.

Successivi avvenimenti portarono poi ad ulteriori divisioni la comunità ortodossa cecoslovacca, tuttavia nel 1923 il Patriarcato di Costantinopoli concesse a questa chiesa lo stato di acefalia e mandò il metropolita Sabbazd a prendersi cura di quei fedeli. Nel 1930 il patriarcato di Serbia mandò un suo vescovo in Transcarpazia, ma la maggior parte degli ortodossi Cecoslovacchi rimasero sotto la giurisdizione del vescovo Gorazd.

Durante la seconda guerra mondiale questa chiesa fu praticamente annientata dai Nazisti, che uccisero il vescovo Gorazd e suoi stretti collaboratori nel 1942 mentre tutti i preti venivano mandati nei campi di lavoro.

Nel censimento del 1931 c’erano 145.583 ortodossi nel paese, di cui 117.897 erano della Transcarpazia. L’occupazione di questa regione da parte della Unione Sovietica nel 1945 ridusse il numero degli ortodossi in Cecoslovacchia a 40.000 persone. Poi nel 1946 gli stessi ortodossi cecoslovacchi si misero sotto la giurisdizione del patriarca russo Alessio I e chiesero che fosse mandato loro un vescovo. Così tutti gli ortodossi nel paese furono riuniti sotto una gerachia.

Nel 1950 i cattolici di rito bizantino della Slovacchia furono forzatamente uniti alla chiesa ortodossa cecoslovacca. Questo portò circa 200.000 nuovi membri alla chiesa ortodossa che allo stesso tempo fu riorganizzata in quattro diocesi. Però la maggior parte di questi “nuovi” membri andò perduta quando la Chiesa cattolica di rito bizantino si ricostituì al tempo della “Primavera di Praga nel 1968, tuttavia gli edifici ecclesiastici furono lasciati nelle mai degli ortodossi.

Il 9 dicembre 1951 il Patriarcato di Mosca concesse lo stato di autocefalia alla chiesa ortodossa di Cecoslovacchia ma il Patriarcato di Costantinopoli non riconobbe l’autorità di Mosca in questo campo, e pubblicò un suo tomos di autocefalia per questa chiesa il giorno 8 settembre del 1998.

La Chiesa di Cecoslovacchia ha canonizzato il vescovo Gorazd nel settembre 1987 a causa del suo ruolo centrale per la formazione della Chiesa ortodossa in quel paese ed a causa del suo martirio per la fede.

La caduta del governo comunista nel 1989, e la susseguente divisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Slovacchia il 1 gennaio 1993, ha richiesto una modificazione della struttura di questa chiesa ortodossa. Nel novembre 1992, il Santo Sinodo decise di dividere la chiesa in due metropolie, con due diocesi in ciascuno dei due paesi. Con questo accordo il metropolita Nicholas di Presov divenne il capo della Chiesa ortodossa in Slovacchia. Ma il Santo Sinodo unito continua a incontrarsi periodicamente, come prima, sotto la presidenza del metropolita Dorotheos di Praga.

In Slovacchia il governo ha restituito ai greco-cattolici la maggior parte delle chiese che erano state loro confiscate dai comunisti nel ’50 e date agli ortodossi. Nel marzo del 1993 135 delle 170 chiese erano tornate ai greco cattolici. Nello stesso periodo 50 nuove chiese ortodosse sono state costruite. Secondo il censimento del 1991 in Slovacchia, gli ortodossi formano lo 0.6% della popolazione, sono circa 34.000 e sono concentrati nella parte estrema Est del paese.

I candidati al sacerdozio sono educati nel seminario di Prešov sotto la sorveglianza del Santo Sinodo. Questo è stato integrato all’Università di Safarik, in Košice, nel 1990. Nel gennaio del 1997, l’Università è stata divisa in due parti, ed una nuova università è stata creata a Prešov. Oggi la Facoltà Teologica Ortodossa dell’Università di Prešov offre corsi di studio per i seminaristi, per gli insegnanti di religione e di etica, e per altri operai pastorali nella chiesa ortodossa della Republica Ceca e della Slovacchia e continua il lavoro di formazione per i preti. Si mantiene anche un dipartimento separato in Olomouc, republica Ceca, per dare formazione ad orario ridotto per i fedeli ortodossi di questo paese.


Territorio: la repubblica Ceca e la Slovacchia

Guida: Metropolita Dorotheos

Titolo: Metropolita di Praga e arcivescovo delle Repubbliche Ceca e Slovacca

Residenza: Praga, Repubblica Ceca

Membri: 55.000

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Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa Ortodossa di Albania

di John Nellykullen


Il Cristianesimo arrivò in Albania prima del 4 secolo, da due direzioni. I Ghegs nel nord del paese divennero cristiani latini, il popolo Tosk nel sud divenne bizantino. Però a seguito della conquista turca nel quindicesimo secolo, a causa delle vessazioni, intimidazioni e condizionamenti di tipo socio-economico la maggioranza della popolazione divenne musulmana. Durante l’occupazione turca, la popolazione ortodossa che era rimasta in Albania fu sotto la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli.

L’Albania divenne è divenne una nazione indipendente dopo la guerra dei Balcani degli anni 1912-1913, e quasi immediatemente iniziò un movimento per la indipendenza della Chiesa ortodosssa in Albania. Dopo il 1918 questo movimento fu guidato da P. Fan Noli, un sacerdote della Chiesa ortodossa di Albania esule negli Stati Uniti. Nel 1922 un congresso ortodosso tenutosi a Berat, proclamò in modo unilaterale l’autocefalia della Chiesa ortodossa albanese. I vescovi greci fuggirono dal paese. Nel 1926 Constantinopoli offrì un accordo che avrebbe portato allo stato autocefalia, però il governo di Albania ne proibì l’accettazione. Nel 1929, il vescovo John Bessarion, con la partecipazione di un vescovo ortodosso della Serbia, ordinò due altri vescovi ortodossi per l’Albania. Un Sinodo episcopale era così formato e la Chiesa Ortodossa Albanese si dichiarò nuovamente autocefala.

Come reazione a questo, Costantinopoli depose i vescovi Albanesi ed il governo dell’Albania espulse il rappresentante di Constantinopoli in Albania. Così di fatto era stato creato uno scisma. Però in seguito Constantinopoli riconobbe lo stato di autocefalia e regolarizzando così la situazione il 12 aprile 1937, ricomponendo scisma

Durante questo periodo vi erano dunque l’archidiocesi di Tirana , e le diocesi ortodosse di Berat, Argyrokastro e Korysta. La lingua greca era usato largamente nella liturgia, però un processo di traduzione dei testi in lingua Albanese cominciò nel 1930. Un seminario ortodosso fu fondato in Korysta nel 1937.

La rivoluzione comunista del 1945 segnò l’inizio di una persecuzione selvaggia dei vari gruppi religiosi albanesi. In tal periodo la popolazione cristiana era composta per un 22% di ortodossi ed un 10% di cattolici. Numerosi sacerdoti autorevoli furono massacrati , e nel 1949 l’arcivescovo Christopher Kissi di Tirana deposto. Verso il 1952 tutti i vescovi ortodossi furono scelti tra le persone accette al regime.

Il governo albanese prese in seguito misure antireligiose molto più forti di quelle degli altri paesi dell’Est e nel 1967 dichiarò che tutti gli edifici religiosi, complessivamente 2169 chiese, moschee, monasteri ed altre istituzioni sarebbero stati chiusi e che tutte le pratiche religiose erano così illegali. Nello stesso anno l’arcivescovo ortodosso Damianos di Tirana fu mandato in prigione, dove morì nel 1973.

Quando il governo comunista cominciò disintegrarsi nel 1990 il lungo ed atroce periodo di persecuzione religiosa giunse al termine. Poichè nessuno dei vescovi ortodossi era sopravvissuto, nel gennaio del 1991 il Patriarcato Ecumenico confermò lo stato di autocefalia della Chiesa Albanese e nomino il Metropolita Anastasios di Androusis, un professore dell’università di Atene,come esarca patriarcale dell’ Albania. Era suo dovere sorvegliare sul processo di ricostruzione canonica della Chiesa Ortodossa Autocefala Albanese. Il 24 giugno del 1992 il Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico elesse Anastasios come arcivescovo metropolita di Tirana e di tutta l’Albania e nominò altri 3 vescovi per le altre diocesi del paese. Il governo non riconobbe la nomina degli altri tre vescovi e tuttavia Anastasios fu intronizzato nel mese di agosto. Quando nel luglio del 1996 il Patriarcato Ecumenico procedette alla ordinazione degli altri tre vescovi il governo albanese vietò loro l’ingresso nel paese non accettandone la nomina ed affermando in modo insistente che a capo delle tre diocesi dovevano essere nominati degli albanesi.

Anche la posizione dell’arcivescovo Anastasios come capo della chiesa ortodossa d’Albania fu minacciata nel 1994. In ottobre il presidente Berisha affermò che l’arcivescovo era stato nominato soltanto temporaneamente ed il governo propose una nuovo progetto di costituzione secondo cui i capi delle maggiori confessioni religiose avrebbero dovuto essere cittadini nati in Albania ed avervi risieduto permanentemente per almeno 20 anni. Però quando il referendum sulla nuova costituzione venne presentato il 6 novembre fu battuto dal 60% dei voti. Dal dicembre i rapporti tra Chiesa Ortodossa e Governo migliorarono ma la posizione dell’arcivescovo rimase incerta. Tensione tra i governi di Grecia e di Albania nacquero sulla condizione della minoranza dei greci in Albania e questo complicò la posizione dell’arcivescovo, che è di nazionalità greca. Il censimento del 1989 ha indicato che ci sono circa 60000 greci in Albania, però la maggioranza degli ortodossi del paese sono di etnicità albanese.

I’impasse sulla nomina dei nuovi vescovi fu risolta nel 1998. Con il consenso reciproco del Patriarcato Ecumenico, della Chiesa ortodossa di Albania e del governo di Albania, due dei vescovi già ordinati hanno rinunciato al loro ufficio ed un’altro di loro il Metropolita Ignatios di Berat, fu intronizzato 18 luglio. Nello stesso giorno l’Arcivescovo Anastasios ed il metropolita Ignatios si incontrarono , in sessione straordinaria con due rappresentanti del patriarcato ecumenico ed elessero due nuovi vescovi di origine albanese: l’Archimandrita John Pelushi fu eletto metropolita di Korça e e P. Kosmo Qirjo fu eletto vescovo di Apollonia. Così fu ricostituito il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Albanese.


Nei primi 6 anni della ricostituzione della Chiesa furono costruiti 70 nuovi edifici sacri, 63 furono ricostruiti o restaurati e 100 furono rinnovati, questo contro le 324 chiese confiscate dal regime comunista. Nel 1992 L’Accademia Teologica della Risurrezione di Cristo fu inaugurata in un albergo abbandonato di Durazzo dove circa 60 giovani iniziarono gli studi per la formazione al sacerdozio, ma poi verso la fine del 1996 fu spostata nel nuovo monastero di S.Vlash sempre in Durazzo Al momento della caduta del regime comunista in Albania erano sopravvissuti appena 22 preti ortodossi ed all’inizio del 1998 soltanto 5 di questi erano sopravvissuti ma 92 nuovi preti erano stati ordinati, tuttavia il numero non è ancora sufficiente per le necessità pastorali. Un periodico mensile ufficiale dalla Chiesa Albanese, NGJALLIA (Risurrezione), ha iniziato le pubblicazioni nell’ottobre del 1992 e nel 1997 la stazione Radio Ortodossa omonima ha iniziato le sue trasmissioni

Nel nord dell’America esistono due giurisdizioni separate per gli ortodossi albanesi. L’arcidiocesi ortodossa albanese in America, è un distinta diocesi di etnicità dentro la Chiesa ortodossa in America ed ha 13 parrochie, è retta dal metropolita Theodosius.

Inoltre la diocesi ortodossa albanese in America che ha due parrochie è sotto la cura spirituale della arcidiocesi greco ortodossa di America.


Territorio: Albania, piccolo diaspora

Guida: Metropolita Anastasios

Titolo: Arcivescovo di Tirana e di tutta l’ Albania

Residenza: Tirana, Albania

Membri: 160.000

Sito Web: http://www.orthodoxalbania.org/

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Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa Ortodossa di Polonia

di John Nellykullen



Quando Polonia divenne nuovamente un paese indipendente all’inizio della prima guerrra mondiale, quasi 4.000.000 di cristiani ortodossi erano inclusi nei suoi nuovi confini. Il maggior parte di costoro erano bielorussi ed ucraini ed erano nella parte nel parte orientale del paese, sotto la giurisdizione del patriarca di Mosca.

Subito dopo sua indipendenza, comunque, il governo di Polonia cominciò a promuovere la idea secondo cui gli ortodossi della Polonia dovessero costituire una Chiesa Ortodossa autocefala indipendente da Mosca. Questa posizione era sostenuta dal primo metropolita ortodosso di Warsavia, George Yoroshevsky, che era stato nominato da Mosca ricevendo anche un certo grado di autonomia. Però questi nel 1923 fu assassinato da un monaco russo che aveva un’opinione diametralmente opposta.

Il governo di Polonia presentò allora la richiesta al Patriarcato di Constantinopoli che dopo lunga riflessione concesse lo stato di autocefalia alla Chiesa Ortodossa di Polonia il 13 novembre del 1924. Nel 1927 Constantinopoli concesse al metropolita di Warsavia il titolo di “Beatitudine”, ma il patriarcato di Mosca considerò questo come un’interferenza nelle sue competenze e prerogative è rifiutò il riconoscimento dello stato di autocefalia alla Chiesa Ortodossa Polacca.

Durante questo periodo ci furono tensioni nella Chiesa Ortodossa di Polonia derivanti dal fatto che tutti i vescovi erano russi, mentre il 70% dei fedeli erano ucraini. Infatti furono rifiutate le richieste di avere dei vescovi ucraini e di poter celebrare la Liturgia in ucraino. Durante questo periodo c’erano cinque diocesi, due seminari con 500 studenti, una facoltà di teologia in Varsavia con 150 studenti, 1624 parrochie, 16 monasteri.

Negli anni ’30 ci furono dei conflitti tra cattolici ed ortodossi, in Polonia, il Metropolita Dionysy di Varsavia protestò dicendo che i preti ortodossi erano stati obbligati a predicare in polacco, che le chiese ortodosse erano state chiuse con la violenza e tante di esse erano state distrutte, mentre i fedeli ortodossi avevano avute pressioni perché diventassero cattolici. Il metropolita cattolico dell’Ucraina Andrew Sheptytsky confermò queste accuse ed aggiunse la sua voce alle proteste ortodosse in una lettera pastorale ai suoi fedeli.

Quando l’Unione Sovietica nel 1939 occupò la parte est della Polonia la maggior parte degli ortodossi polacchi ancora una volta si trovò in Unione Sovietica e fu reincorporata nel patriarcato di Mosca. Così la Chiesa ortodossa di Polonia si ridusse numericamente.

Nel 1948, a seguito della occupazione comunista della Polonia il metropolita ortodosso di Varsavia fu deposto a causa della sua opposizione al comunismo. Nel stesso anno, secondo la richiesta dei vescovi ortodossi di Polonia, il patriarcato di Mosca dichiarò che il riconoscimento di autocefalia dato da Costantinopoli nel 1924 era nullo e dichiarò a sua volta lo stato di autocefalia della Chiesa Ortodossa Polacca. Comunque, l’ufficio di metropolita di Varsavia rimase vacante fino al 1951, quando i vescovi ortodossi di Polonia chiesero al patriarcato di Mosca di nominare un nuovo metropolita. Mosca nominò allora come metropolita l’arcivescovo Makary Oksaniuk di Lviv in Ucraina, che presiedette alla dissoluzione della chiesa greco-cattolica Ucraina negli anni 1946-1947. Da questo periodo la Chiesa Ortodossa di Polonia continuò ad avere uno stretto rapporto con il patriarcato di Mosca.

Ci sono tre piccoli monasteri ortodossi polacchi a Jableczna, Suprasl e monte Garbarka. Il monastero Suprasl è il centro della disputa tra la chiesa ortodossa e la cattolica in Polonia. Fondato nel quindicesimo secolo, il monastero ha cambiato proprietà tra cattolici romani, ortodossi e greco-cattolici tante volte. Nel 1944 una parte del complesso era stato dato agli ortodossi come monastero, nel settembre del 1993 il Consiglio dei Ministri polacco decise di dare tutto il complesso alla chiesa ortodossa. Ma il trasferimento della proprietà fu ritardato dalla protesta dei cattolici sia di rito romano che greco. Però nel febbraio del 1996 il governo polacco riaffermò la sua decisione di dare il complesso agli ortodossi.

Negli anni recenti, la chiesa ortodossa di Polonia si è maggiormente integrata con la cultura polacca, e la lingua polacca è usato più volte nella liturgia. Quattro periodici sono pubblicati, e la Chiesa è più impegnata nelle attività caritative. Attualmente la Chiesa Ortodossa Polacca ha sei diocesi e 410 chiese di cui 250 sono parrocchie servite dai 259 preti e diaconi. Il seminario telogico ortodosso in Varsavia ha circa 80 studenti, e c’è una Facoltà Ortodossa di Teologia all'Accademia di Teologia cristiana nella stessa città, con 35 studenti.


Territorio: Polonia.

Guida: Metropolita Sawa.

Titolo: Metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia.

Residenza: Varsavia, Polonia.

Membri: 570.000.

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Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa Ortodossa di Grecia

di John Nellykullen


La rivoluzione greca contro il regime turco cominciò nel 1821, e culminò, dopo l’intervento europeo, con il riconoscimento dell’indipendenza di un piccolo stato greco da parte della Turchia nel 1832. La Chiesa ortodossa ebbe un grande ruolo nella rivoluzione, e pagò un prezzo elevato per questo. Il Patriarca di Costantinopoli Gregorios V ed un certo numero dei metropoliti furono accusati di tradimento e subito dopo l’inizio della rivoluzione, furono impiccati dai turchi.

Il nuovo governo di Grecia, a dispetto della tradizionale, era riluttante al fatto che la Chiesa Ortodossa in Grecia rimanesse sotto la giurisdizione della Patriarca di Constantinopoli, la cui sede era rimasta nel territorio dell’impero ottomano. Per questo ragione nel 1833 la Chiesa di Grecia fu dichiarata autocefala, e posta sotto l’autorità di cinque membri del Sinodo dei vescovi e del re. Il re fu dichiarato come capo della chiesa. Lo stato di autocefalia della Chiesa di Grecia fu riconosciuto da Costantinopoli nel 1850 con un tomos patriarcale in cui si specificava che l’arcivescovo di Atene sarebbe stato il capo permanente del Sinodo dei vescovi.

Un nuovo territorio fu incorporato alla Grecia a spese dell’Impero Ottomano e nuove Diocesi ortodosse furono aggiunte alla nuova Chiesa di Grecia. Gli ortodossi del territorio, della parte nord, riconquistato dai turchi rimasero direttamente sotto la giurisdizione del Patriarca Ecumenico fino al 1928, quando con un accordo furono posti provvisoriamente sotto l’amministrazione della Chiesa di Grecia.

Il controllo dello stato sulla Chiesa di Grecia fu gradualmente ridotto con l’implementazione delle regolarizzazioni posteriori, benchè la costituzione del 1975 riconoscesse l’Ortodossia come la religione predominante in Grecia. Si riconosce anche il diritto delle altre religioni ad esercitare il culto senza interferenze statali. Però il culto dei non-ortodossi non deve disturbare l’ordine pubblico. Ogni proselitismo è stato proibito. Al contrario delle costituzioni passate, il Presidente della Grecia non necessariamente deve essere un cristiano ortodosso e non è più richiesto di giurare di proteggere la religione di Stato. La costituzione dice anche che la Chiesa ortodossa di Grecia è autocefala ed è governata da il Santo Sinodo dei vescovi in carica, e dal Santo Sinodo Permanente che è composto da alcuni membri del primo. La struttura rispetta le provisioni del tomos del 1850 riguardo l’autocefalia. Oggi il Santo Sinodo Permanente è composto da 13 membri, incluso l’arcivescovo di Atene che lo presiede . Nel 1955 la Chiesa e lo Stato hanno iniziato un dialogo sulla possibilità di cambiamenti nei loro rapporti. Però nel 1996 il governo annunciò che i dati costituzionali già in atto non dovevano essere cambiati. La statistica ufficiale ci mostra che il 96% della popolazione di Grecia è ortodossa, l’1% è composto di cattolici e di protestanti, ed il 2% di musulmani.

Le diocesi ortodosse in Grecia sono piccole. Ve ne sono 80 in Grecia, 8 a Creta e 4 nelle isole del Dodecanneso che è sotto la giurisdizione del Patriarca Ecumenico.

Il monachesimo, che era in costante decadenza dal dicianovessimo secolo, ha avuto recentemente una ripresa. Nel 1986 c’erano 2.000 monaci ortodossi e 2.000 monache nella chiesa di Grecia. La republica monastica del Monte Athos, benchè sia in Grecia, è sotto la giurisdizione del Patriarca Ecumenico.

C’è stato un movimento significativo di rinnovamento nella chiesa di Grecia dopo la secondo guerra mondiale. Questo è stato causato da un nuovo tipo di monachesimo, composto da fraternità di laici che sono nate all’inizio del secolo. Il più emergente di questi gruppi, Zoè, ha avuto un particolare sviluppo nella metà di 1960 anni. Ha avuto 130 membri, tutti teologi, di cui 34 preti. La comunità ha lavorato per riformare l’atteggiamento dei Greci verso la Chiesa Ortodossa dando importanza alla devozione personale. Zoè ha unito la spiritualità monastica all’apostolato attivo, e in qualche modo è stata simile alle comunità apostoliche che si sono sviluppate nella chiesa occidentale. Nel 1960 i membri di Zoè più tradizionalisti si sono separati dalla Zoè per formare una piccola nuova fratellanza, che si chiama Sotir. Benchè oggi questi movimenti siano in decadenza e tanti membri siano anziani, hanno dato un modello nuovo di vita religiosa ortodossa ed hanno avuto un’influenza profonda sulla Chiesa di Grecia.

La Chiesa Ortodossa Greca è coinvolta nell’attività filantropica, non soltanto con dichiarazioni pubbliche sulla giustizia sociale, anche avendo cura di orfanotrofi, case per anziani, ospedali, etc.

L’erudizione teologica in Grecia è centrata su due facoltà teologiche erette nelle Università di Atene e di Tessalonica. Ci sono anche altri seminari per la formazione dei preti. Un gran numero di teologi della chiesa Greca sono laici.

L’arcivescovo Christodoulos di Atene e di tutta la Grecia è stato eletto nell’aprile del 1998 per succedere all’arcivescovo Seraphim, che aveva guidato la chiesa dal 1974. Il nuovo arcivescovo è stato intronizzato il 9 maggio, ed ha subito dichiarato di voler accrescere il ruolo della chiesa nella società, di voler combattere le manifestazioni di xenofobia e di razzismo, di voler far crescere il rapporto della Chiesa con il mondo giovanile, di voler migliorare i rapporti con il Patriarca Ecumenico, e di affermare il ruolo della Grecia in Europa sostenendone il pieno ingresso nell’Unione Europea.

Gli ortodossi greci della diaspora sono sotto la giurisdizione del patriarca di Costantinopoli.


Guida: l’Arcivescovo Ieronimos II

Titolo: Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia

Residenza: Atene, Grecia

Membri: 9.025.000.

Sito Web: http://www.ecclesia.gr

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Mercoledì, 19 Dicembre 2007 00:32

XVII. La Chiesa Ortodossa di Cipro (John Nellykullen)

Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa Ortodossa di Cipro

di John Nellykullen

La Chiesa Ortodossa di Cipro ha sua origine nel tempo apostolico. Secondo gli Atti degli Apostoli San Paolo e Barnaba hanno evangelizzato l’isola (Atti, 13/ 4-13). Una volta l’isola faceva parte della provincia civile dell’Oriente, la cui capitale era Antiochia. I patriarchi Antiocheni volevano la giurisdizione sopra la Chiesa di Cipro e il diritto di nominare l’Arcivescovo. Il Concilio d’Efeso nel 431, però, riconobbe l’indipendenza di Cipro e stabilì che l’Arcivescovo di Cipro doveva essere eletto dal sinodo dei vescovi dell’isola.

Dalla metà del VII secolo fino alla metà del secolo X gli attacchi Arabi contro Cipro erano molto frequenti causando delle devastazioni enormi. Per questo l’imperatore Giustiniano II evacuò la popolazione cristiana dall’isola dal 688 al 695. Questi furono trasferiti nella nuova città di Dardiniani (Dardanelles) chiamata Giustiniana Nuova. L’arcivescovo di Cipro prese la sua residenza in questa città ed assunse come titolo Arcivescovo di Giustiniana Nuova, un titolo che ritiene ancora oggi. La vittoria dell’imperatore bizantino Niceforo II (963-969) sopra gli Arabi inaugurò un periodo di pace nell’isola e promosse la ristrutturazione delle Chiese e dei monasteri ed una nuova fioritura della Chiesa nei secoli XI e XII, Però vi fu sempre un forte risentimento contro i governatori bizantini che opprimevano la popolazione.

Nel 1191 il Re Riccardo Cuor di Leone d’Inghilterra ha conquistato l’isola, però dopo la vendette ai cavalieri Templari, che a loro volta passarono la proprietà ad un francese Guy de Lusignan nel 1192. Il Lusignan era il Re di Gerusalemme mandato in esilio dai crociati. Lui fondò una società feudale a Cipro ed una dinastia che rimase sul trono per 300 anni. Una gerarchia latina fu eretta causando difficoltà ed ingiustizie agli ortodossi. Dal 1260 i monasteri ortodossi furono sottomessi ai vescovi latini. Il numero dei vescovi ortodossi fu ridotto da 15 a quattro e furono tutti sottomessi al nuovo arcivescovo latino di Cipro. Diversi ordini monastici occidentali aprirono una loro casa in Cipro, usando le proprietà ecclesiastiche degli ortodossi che erano state confiscate. La situazione continuò anche dopo la conquista dell’isola da parte di Venezia nel 1489.

Gli Ottomani conquistarono l’isola nel 1571. Il sistema feudale fu abolito e così pure la gerarchia latina. Furono però riconosciuti gli ortodossi. Sebbene gli ortodossi avessero ottenuto il diritto di eleggere l’arcivescovo rimasero soltanto le quattro diocesi, che la gerarchia latina aveva lasciato sopravvivere. Questi vescovi ortodossi erano, contemporaneamente i capi ecclesiastici e civili dei Greci. Furono considerati colpevoli quando iniziò la rivoluzione greca nel 1821 e furono uccisi con altri membri eminenti della Chiesa. Una nuova gerarchia fu mandata sull’isola dal patriarca d’Antiochia. La situazione migliorò, però i greci soffrirono molto a causa della tassazione pesante da parte dei turchi. Nel 1878 la Gran Bretagna occupò l’isola al posto dei Turchi e nel 1914 questa divenne una colonia inglese. Un movimento politico nacque tra i greci in favore della enosis, cioè dell’unione con la Grecia. I capi religiosi ortodossi furono ovviamente coinvolti in questo movimento. Quando Cipro divenne indipendente nel 1960, l’Arcivescovo di Cipro, Makario III fu eletto come primo presidente. L’invasione turca nel 1974 e la fondazione della “Repubblica Turca di Cipro Nord” cambiò la situazione. Tanti monasteri e chiese al nord furono distrutti ed agli ortodossi fu proibito l’entrare in chiesa o nei monasteri. Solo dopo 20 anni il 30 novembre del 1994, due preti ebbero il permesso ad entrare nella Repubblica del nord per celebrare la Santa Messa nel monastero di S. Andrea a Penisola Karpas.


Nell’aprile del 1973 iniziò una crisi nella Chiesa di Cipro. Tre metropoliti dell’isola dichiararono deposto l’Arcivescovo Makario, considerando il suo ruolo di presidente incompatibile con il suo incarico di vescovo. Però un Sinodo Maggiore dei Patriarchi e dei Vescovi di Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e dalla Chiesa greca ha dichiarato deposti questi tre vescovi ciprioti nel luglio dello stesso anno, e così fu risolto il problema. Furono nominati dei nuovi vescovi aumentando il loro numero da quattro a sei.

Secondo una statistica del 1997 ci sono, a Cipro, nove monasteri maschili con 84 monaci, e 14 comunità femminile con 142 suore. La comunità maschile più importante è quello di Kykkos, un monastero sulle montagne di Troodos. I monaci di questo monastero insegnano nel seminario della Chiesa. La scuola teologica intitolata all’Apostolo Barnaba è a Nicosia.



TERRITORIO
: Cipro

GUIDA: Arcivescovo Crisostomo (nato nel 1927, eletto nel 1977)

TITOLO: Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro

RESIDENZA: Nicosia, Cipro

SITO WEB: http://www.churchofcyprus.org.cy/

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Le Chiese dell'oriente cristiano

Chiesa ortodossa della Georgia

di John Nellykullen


La Georgia, collocata sulle montagne del Caucaso all’estremità orientale del Mar Nero, vanta una civiltà che risale ai tempi antichi. Per merito, in larga parte, dell’attività missionaria di Santa Nino, una ragazza schiava della Cappadocia, il regno d’Iberia (Georgia dell’est) abbracciò la fede cristiana come religione di stato nel 337. La Georgia occidentale, poi parte dell’impero romano, diventò cristiana attraverso un processo graduale completatosi nel secolo V.

La liturgia gerosolimitana di San Giacomo fu adottata in Iberia, prima in greco, poi in georgiano, nel secolo VI. La liturgia bizantina venne sempre usata nella Georgia occidentale, cambiando dal greco in georgiano nel secolo VIII o IX. La Georgia orientale adottò presto la liturgia bizantina dopo che la Georgia orientale e quella occidentale formarono un unico regno nel 1008.

La Chiesa in Iberia fu all’inizio dipendente dal Patriarcato di Antiochia, ma divenne indipendente sotto il re Vakhtang Gorgaslan nel 467. Nel tempo dopo il Concilio di Calcedonia (451) i Georgiani d’Iberia s’unirono ai vicini Armeni nel rifiutare il suo insegnamento, ma nel 607 ruppero con gli Armeni e ne accettarono l’insegnamento.

Il monachesimo cominciò a fiorire in Georgia nel secolo VI e raggiunse lo zenit nei secoli VIII e IX. I monasteri divennero centri importanti d’attività missionaria e culturale. Furono i georgiani a fondare il monastero di Iviron sul monte Athos, dove molte e importanti opere religiose furono tradotte dal greco in georgiano.

Dal secolo XI al XIII la Georgia visse la sua età d’oro durante la quale una ricca letteratura cristiana venne prodotta in lingua georgiana. Ma tutto ciò finì quando il paese fu devastato dalle invasioni di Gengis Khann nel secolo XIII e di Tamerlano nel secolo XV. Nel periodo dal 1500 al 1800 la Georgia registrò una rinascenza culturale, per lo più perché i rivali Ottomani e Persiani s’impedirono a vicenda dall’avere un pieno controllo del paese. Nuovi contatti vennero stabiliti con l’Occidente e con la Russia. Nel 1801 la Georgia venne annessa alla Russia e quando il Patriarca morì nel 1811 i Russi abolirono il Patriarcato. La Chiesa georgiana fu allora amministrata da San Pietroburgo dal Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa attraverso uno speciale esarca. Le 30 diocesi dalle Chiesa furono inoltre ridotte a 5 e la lingua georgiana venne soppressa nei seminari e nella liturgia, rimpiazzata dal russo o slavo.

Dopo l’abdicazione dello zar Nicola II (1 marzo 1917), l’autorità della Chiesa ortodossa russa era seriamente minacciata nelle regioni non russe dell’impero. Il 12 marzo 1917, in un meeting dei vescovi georgiani, clero e laici annunciarono la ricostituzione della Chiesa autocefala. Il settembre seguente un concilio della Chiesa georgiana elesse un nuovo Patriarca; queste azioni non erano accette alla Chiesa ortodossa russa. Dopo la rivoluzione bolscevica dell’ottobre 1917 la Georgia riguadagnò in breve tempo la sua indipendenza (dal maggio 1918 al febbraio 1921); infine fu annessa all’Unione Sovietica. Ma la Chiesa georgiana mantenne la sua indipendenza nonostante l’intensa persecuzione dei sovietici. Il Patriarcato di Mosca concesse formalmente l’autocefalia alla Chiesa georgiana nel 1943.

La situazione di questa Chiesa sotto il dominio sovietico fu simile a quella della Chiesa ortodossa russa; mentre nel 1917 vi erano 2455 chiese aperte in Georgia, a metà degli anni ‘80 ve n’erano solo 80 funzionanti, con 4 o 5 monasteri e seminari. La Chiesa georgiana fu costretta a seguire il Patriarcato di Mosca nella sua politica internazionale ed ecumenica.

Ma le politiche di riforma di Gorbaciov in URSS interessarono anche la Chiesa georgiana. Molte chiese furono riaperte e nell’ottobre 1988 venne formalmente inaugurata nella capitale Tbilisi un’accademia teologica ortodossa con 150 studenti impegnati in sezioni che avevano a che fare con la teologia (antropologia cristiana e arte cristiana). Ora c’è una seconda accademia teologica in Gelati e 6 seminari nel paese, oltre ad un istituto per la formazione dei laici. Ogni diocesi ha organizzato un centro per la formazione dei catechisti e dei missionari da impiegare per la ri-evangelizzazione del paese.

Il 4 marzo 1990 il Patriarcato ecumenico ha concesso lo status autocefalia alla Chiesa di Georgia e ha confermato il suo rango di patriarcato. Per un certo tempo lo status della Chiesa georgiana è stato disputato tra Mosca e Costantinopoli: il Patriarcato ecumenico non ha riconosciuto il diritto di Mosca di conferire l’autocefalia nel 1943 e ha continuato a considerarla una Chiesa autonoma. Ciò ha regolarizzato la posizione della Chiesa georgiana nel mondo ortodosso.

Il processo di rinnovamento sì è intensificato dopo che la Georgia è diventata una nazione indipendente nel 1991. Le vocazioni al sacerdozio sono aumentate, è cominciato il rinnovamento della vita monastica e sono state aperte molte chiese nuove. Il battesimo dell’ex presidente georgiano, Eduard Shevardnadze, nella Chiesa ortodossa georgiana nel 1992, testimonia del ruolo importante che la Chiesa può giocare nella nuova repubblica indipendente. Nel 1994 la Chiesa ortodossa e il governo georgiano hanno firmato un accordo sull’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche il cui programma è stato redatto con l’apporto della Chiesa. Con l’intervento del governo è stata costruita in Tbilisi una grande cattedrale dedicata alla Santa Trinità. La prima pietra è stata posta dal Patriarca Ilia nel marzo1996.

Un concilio della Chiesa ortodossa georgiana (settembre 1995), ha visto il raduno dell’intera gerarchia con i delegati del clero e del laicato. Ha preso molte decisioni per favorire il rinnovamento pastorale e spirituale della Chiesa. Ha inoltre richiesto una chiarificazione della posizione della Chiesa georgiana nei dittici e ha canonizzato cinque nuovi santi.

Dal 1997 alcuni movimenti anti-ecumenici hanno guadagnato molto terreno in Georgia ed hanno cominciato ad apparire serie divisioni circa la partecipazione della Chiesa al movimento ecumenico. In una lettera aperta pubblicata il 17 marzo 1997 gli abati di cinque monasteri hanno minacciato di rompere la comunione col Patriarca Ilia (il quale è stato uno dei presidenti del Consiglio Mondiale delle Chiese dal 1979 al 1983), a causa della sua attività ecumenica. La tensione si andava facendo molto forte e per evitare uno scisma, il Santo Sinodo ha votato (nel maggio 1997) di ritirarsi sia dal Consiglio Mondiale delle Chiese sia dal Consiglio Europeo delle Chiese. Ciò non ha sanato interamente la situazione e qualche esponente dell’opposizione, che è in stretto contatto con i gruppi dei Vecchi Calendaristi di Grecia, hanno invitato la Chiesa a rompere la comunione con quelle Chiese ortodosse che continuano a partecipare a organizzazioni ecumeniche. In questa disputa gioca un significativo fattore politico: il Patriarca Ilia aveva stretto una forte alleanza col governo con l’allora presidente Shevardnadze mentre il gruppo antiecumenico è legato ai sostenitori del deposto presidente Zviad Gamsakhurdia.

La situazione attuale a questo livello rimane confusa. Su un totale di 5.500.000 georgiani il 65% si identifica nella Chiesa ortodossa, l’11% si dichiara musulmano, il 10% russo ortodosso e l’8% armeno apostolico. Nel 1997 le parrocchie della Chiesa ortodossa erano 500, servite più o meno da ugual numero di sacerdoti; 27 sono i monasteri.



TERRITORIO

Georgia e la piccola diaspora

GUIDA
Catholicos Ilia II (nato nel 1932, eletto nel 1977).

TITOLO
Catholicos - Patriarca di tutta la Georgia.

MEMBRI
3.500.000

RESIDENZA
Tbilisi, Georgia

WEB SITE
http://www.patriarchate.ge

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