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Venerdì, 03 Maggio 2024 11:20

Preghiere ebraiche - Shemà

Lo Shemà rappresenta il fondamento della preghiera quotidiana ebraica. Viene infatti recitato al mattino svegliandosi e alla sera coricandosi, oltre ad essere presente nei momenti di preghiera che scandiscono la giornata.

Lo Shemà è considerato il "Credo" degli ebrei, perché nella prima parte, (Deut. 6,4-9) contiene l'annuncioa dell'unicità di Dio. A tale solenne enunciazione segue l'espressione dell'amore dell'uomo verso Dio, quale naturale risposta della riconoscenza della creatura verso Dio che si è fatto conoscere. La seconda parte (Deut. 11,13-21) parla della ricompensa a chi osserva i precetti e della pena in caso di inadempienza. La terza parte (Num. 15,37-41) contiene il precetto riguardante le frange (sisith) da apporsi al manto di preghiera (tallith), come memoriale del Patto.

 

Ascolta Israele il Signore è nostro D-o. Il Signore è uno. Benedetto il Suo nome glorioso per sempre. E amerai il Signore D-o tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. E metterai queste parole che Io (cioè D-o) ti comando oggi, nel tuo cuore, e le insegnerai ai tuoi figli, pronunciandole quando riposi in casa, quando cammini per la strada, quando ti addormenti e quando ti alzi. E le legherai al tuo braccio, e le userai come separatore tra i tuoi occhi, e le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte (delle città).

E sarà, se ascolterete i Miei comandamenti, che oggi vi dò, di amare il vostro D-o e di onorarlo con tutto i vostro cuore, con tutta la vostra anima e con tutte le vostre forze, (allora) vi darò rugiada per le vostre terre, pioggia primaverile ed estiva, così raccoglierete le vostre granaglie, il vostro vino ed il vostro olio, e darò erba per il tuo bestiame, e mangerete e sarete soddisfatti.

Ma guardatevi dall'aprire i vostri cuori a rivolgervi al culto di altri dei, e di adorarli, perché (allora) l'ira di D-o sarà contro di voi, e chiuderà il cielo, e non ci sarà rugiada, e la terra non darà il suo prodotto, e passerete (sarete estinti) rapidamente dalla buona terra che D-o vi ha dato.

E (quindi) mettete queste parole nel vostro cuore e nella vostra anima, e siano come parole sulle vostre mani e tra i vostri occhi, e insegnatele ai vostri figli, e pronunciatele quando riposate nelle vostre case, quando camminate per strada, quando vi addormentate e quando vi alzate, e scrivetele sugli stipiti delle vostre case e sulle vostre porte. Così saranno moltiplicati i vostri giorni e di giorni dei vostri figli nella terra che D-o promise ai vostri padri di dare loro, per tanto quanto durano i giorni del cielo sulla terra.

E D-o disse a Mosè: dì ai figli di Israele di fare d'ora in poi delle frange agli angoli dei loro vestiti, e vi sia un filo azzurro in ognuna di queste frange. Questi saranno i vostri zizzit, e guardandoli ricorderete i precetti divini, e li osserverete, e non seguirete i (vezzi del) vostro cuore e (le immagini dei) vostri occhi, che vi fanno deviare seguendoli. Così ricorderete e osserverete tutti i precetti, e sarete santi per il vostro D-o. Io sono il Signore D-o vostro, che vi ha fatto uscire dalla terra di Egitto per essere il vostro D-o, Io sono il Signore, vostro D-o.

 

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La seconda benedizione è chiamata in Berakhot, II b «benedizione per la Torah». Al ringraziamento a Dio per la creazione segue l'espressione della riconoscenza per il dono della Legge.
Nel rito sefardita la preghiera comincia con le parole: «Con amore eterno»; nel rito ashkenazita con: «Con amore grande». Tale divergenza di prassi risale ai tempi del Talmud, cfr. Berakhot, II a.

«Con amore eterno hai amato la Casa d'Israele, Tuo popolo; ci hai insegnato la Torah, i precetti, gli statuti e le costituzioni. Perciò, Signore Dio nostro, concedi che quando ci corichiamo e quando ci alziamo, meditiamo sui precetti della Tua volontà, e fa che ci rallegriamo e gioiamo in eterno nelle parole dell'insegnamento della Tua Torah, dei Tuoi statuti e precetti. Poiché essi sono la nostra vita e (ci danno) longevità; essi mediteremo giorno e notte.
Il Tuo amore non allontanare da noi in eterno. Benedetto Tu, Signore, che ama il Suo popolo Israele».

 

 

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“Colui che crea la luce” (Joser or) è una preghiera di ringraziamento per la creazione: il rinno­varsi della luce è considerato il rinnovarsi dell'opera della creazione.

Le parole iniziali sono tratte dal libro del profeta Isaia (45, 7): “Che forma la luce e crea le tenebre; fa la pace e crea il male ”. Il significato del testo biblico è che il Signore crea ogni cosa, e la totalità viene espressa attraverso l'enunciazione di due coppie di opposti: luce e tenebre, pace e male. La formula liturgia ha modificato la forma del testo biblico — che poteva sembrare attribuire l'origine del male a Dio stesso — conservan­done il retto significato.

La benedizione è qui nella forma completa, anche se in origine era più breve.

“Benedetto Tu, Signore Dio nostro, Re del mondo, che formi la luce e crei le tenebre; fai la pace e crei ogni cosa. Tu illumini la terra e coloro che vi abitano. Tu rinnovi ogni giorno, sempre, l'opera della creazione.

Come sono grandi le Tue opere, Signore! Tutte con sapienza le hai fatte; piena è la terra della Tua ricchezza. Tu solo, o Re, sei esal­tato da sempre; Tu solo sei lodato, magnificato, glorificato ed innal­zato dall'inizio del mondo. O Dio del mondo, nella Tua grande misericordia, abbi misericordia di noi.

Signore, Tu sei la nostra forza, la roccia in cui troviamo scampo, lo scudo che ci salva, la nostra protezione. Iddio benedetto, dotato di grande conoscenza, ha disposto e fatto i raggi splendenti del sole; Egli che è buono ha creato la gloria del Suo Nome, ha posto luminari intorno alla Sua Maestà. I capi delle sante schiere, che esaltano sem­pre l'Onnipotente, narrano la gloria di Dio e la Sua santità.

Sia Tu benedetto, Signore Dio nostro, nei cieli in alto e sulla terra quaggiù, per l'eccellenza delle opere della Tua mano e per i luminari che hai formato; essi Ti rendano gloria ”.

 

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Venerdì, 10 Maggio 2019 09:39

Esigente ebraismo (Emmanuel Lévinas)

È probabilmente caratteristica del popolo ebraico vivere e sopportare, già nella sua eccezionale storia e nella precarietà della sua condizione e della sua collocazione sulla terra, l’incompiutezza di un mondo sperimentata a partire dall’esigenza, irriducibile e urgente, della giustizia nella quale risiede l’essenza del suo stesso messaggio religioso.

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Gli Abayudaya sono degli africani dell'Uganda che all'inizio del XX secolo si sono convertiti all'ebraismo. Gruppo in crescita, hanno inaugurato una nuova sinagoga nel mese di settembre.

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Giovedì, 12 Marzo 2015 16:51

Una Teologia dell'empatia (Rabbi Arthur Green)

Noi persone di fede abbiamo bisogno gli uni degli altri, per contribuire a quella guarigione e a quella riparazione di cui le nostre comunità, ognuna a suo modo, hanno un estremo bisogno. Sosteniamoci ed aiutiamoci a vicenda in questo compito.

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La figura del costruttore di pace è di colui che si pone in mezzo al conflitto facendo sì che le due parti, pur restando se stesse, possano trasformare in collaborazione la reciproca ostilità. La sfera della pace coinvolge l'operare dell'uomo.

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Il Pew Forum dice anche che due terzi degli ebrei non appartiene a una sinago­ga, un quarto non crede in Dio e un terzo ha un albero di Natale in casa durante le feste. La secolarizzazione riguarda anche l'educazione.

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Lunedì, 16 Aprile 2012 22:24

Il dovere dell'uomo pio (Gabrielle Halpern)

Se la felicità, indissociabile dalla disgrazia nel giudaismo, dipende prima di tutto da Dio, non deve nulla al caso perché rimane intimamente legata al libero arbitrio dell'uomo e alla sua religiosità. Così la gioia è la conditio sine qua non della pietà tanto quanto il frutto della ricompensa divina che essa può suscitare.

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La ricognizione sul modo in cui è stata accolata "Nostra Aetate 4". La produzione editoriale ha fatto comprendere che l'ebraismo come stimolo e materia teologica è fondamentale per il cristianesimo. Ma questa nuova sensibilità non arriva alla base.

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