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Sabato, 21 Maggio 2005 22:21

LA LEGGE SULLA PROCREATICA

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LA LEGGE SULLA PROCREATICA

Dopo un tormentato iter parlamentare e un lungo strascico di polemiche è stata approvata anche in Italia una legge sulla procreazione assistita.

Si è detto che la nuova normativa viene a porre un argine al Far West della fecondazione in provetta. Vedremo se sarà davvero così. Si è detto che questa è una "legge cattolica". Ma le prospettive e i contenuti sono in realtà lontanissimi dalla visione cristiana dell'amore uomo/donna e da ciò che per la dottrina della Chiesa significa "diventare genitori". (Si veda a questo proposito la chiara sintesi del teologo, don Paolo Mirabella, pubblicata a fianco). Tutt' al più questa legge può essere considerata come "male minore" e perciò destinata ad alimentare profonde contraddizioni.

Si parla ad esempio della necessità di tutelare anche l'embrione. E allora se quello in vitro diventa finalmente soggetto di diritti, perché quello concepito naturalmente può essere tranquillamente condannato alla soppressione dalla legge 194? Né bisogna dimenticare che le attuali tecniche di fecondazione artificiale comportano la formazione di più embrioni per "garantire" la nascita di un figlio. Gli embrioni umani che si perdono per strada sono forse di serie B? "Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto soltanto lasciandolo nascere", diceva Norberto Bobbio, filosofo e giurista laico per eccellenza. Affermazione difficilmente confutabile che poggia non su "convinzioni cattoliche", ma su un'esigenza della Ragione.

Di Mario Costantino

Tratto da “Gruppi Famiglia – marzo 2004”

Letto 1972 volte Ultima modifica il Venerdì, 30 Settembre 2005 02:30

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