Formazione Religiosa

Sabato, 02 Luglio 2011 14:35

La vita cristiana. Disposizioni fondamentali del cristiano (Pietro Rossano)

Vota questo articolo
(3 Voti)

Credere in Dio vuoi dire accettare la sua parola e la sua volontà in qualunque modo si manifesti. Questa sottomissione a Dio, analoga a quella perfetta di Cristo, viene chiamata, nel linguaggio cristiano, «fede», e implica un’obbedienza risoluta alla parola di Dio.

Disposizioni fondamentali del cristiano

 

5. Il mandato fondamentale della vita cristiana è stato formulato da Cristo così: «Credere in Dio.., e amarsi come fratelli».

6. Credere in Dio vuoi dire accettare la sua parola e la sua volontà in qualunque modo si manifesti. Questa sottomissione a Dio, analoga a quella perfetta di Cristo, viene chiamata, nel linguaggio cristiano, «fede», e implica un’obbedienza risoluta alla parola di Dio e la disposizione alla rinuncia di sé di fronte alla sua volontà. La fede è suscitata nel cuore del cristiano dallo Spirito di Dio, e ha il suo primo esemplare nel patriarca ebreo Abramo, chiamato «padre dei credenti» per aver rischiato totalmente la sua vita e il suo avvenire in nome della fede.

7. L’amore del prossimo, detto in linguaggio cristiano «carità» (latino) e «agàpe» (greco), è stato illustrato da Gesù con queste parole: «Fate agli,altri ciò che voi vorreste fosse fatto a voi stessi», Il che significa amare tutti gli uomini senza distinzione di razza, di capacità, di situazione, come dei fratelli, perché il Padre li ama come figli e Cristo è divenuto uno di loro, senza cercare la propria soddisfazione personale. Questo amore, che supera le capacità native del cuore umano, è infuso nel cristiano, al pari della fede, dallo Spirito di Dio; per questo non fa accezione di persone e si dirige di preferenza verso gli umili e i bisognosi.

8. Pur esprimendosi in vincoli di fraternità e di sincerità verso tutti gli uomini, l’amore cristiano non livella, ma anzi perfeziona ed eleva l’ordine delle relazioni insite nella vita umana, come quelle della famiglia, dell’amicizia e del rapporto verso le persone che provvedono al bene comune.

9. Secondo l’insegnamento della tradizione cristiana, nell’esercizio dell’amore del prossimo si compendiano e si esprimono tutte le altre virtù. Come insegna san Paolo: «La carità è longanime, è servizievole, non è invidiosa, non è vana, non è superba; non fa nulla di sconveniente, non cerca il suo interesse, non si irrita, non tiene conto del male, non si rallegra dell’ingiustizia; si compiace della verità, scusa tutto, crede tutto, spera tutto, sopporta tutto».

10. Praticando la fede in Dio e l’amore degli uomini, il cristiano non si ripromette riconoscimenti o privilegi di ordine temporale; anzi egli accetta l’eventualità di dover soffrire anche più degli altri, essendo seguace di un Signore che fu crocifisso ed è segno perenne di contraddizione nel mondo; ed è umile, perché consapevole che i doni divini in lui sono sempre in pericolo, finché vive sulla terra. Ma in cambio sa di poter contare sempre sull’aiuto di Dio Padre, per trarre spiritualmente vantaggio anche dall’avversità e sperare così, nel corso delle cose passeggere, una felicità immortale che non cesserà mai.

11. Questa certezza infonde al cristiano una speranza e un ottimismo invincibili. «Nel mondo dovrete soffrire, ha annunciato Cristo; ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo». Poggiando interamente su Dio, la speranza del cristiano non viene mai meno, e dando fiducia ad ogni uomo crea le condizioni favorevoli per il miglioramento dei cuori e delle situazioni sia individuali che sociali. «Se Dio è per noi, esclama san Paolo, chi sarà contro di noi?».

Pietro Rossano

testo precedente: Chi è il cristiano         testo seguente: La norma della ragione e della coscienza

Letto 2527 volte Ultima modifica il Giovedì, 06 Marzo 2014 21:09
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search