Ecumene

Lunedì, 20 Maggio 2013 22:42

Una parabola buddista

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Le scimmie, visti gli arcieri, furono prese da terrore di morte e andarono dal Bodhisatta, dicendo: «Che cosa faremo?»...

C'era una volta il Bodhisatta nato come scimmia. Egli nacque e crebbe nella regione Himalayana insieme a 80.000 scimmie. C'era là uno splendido albero da mango vicino al Gange, e le scimmie, condotte dal Bodhisatta, andavano a mangiarne il frutto. Egli, però, temeva che le scimmie potessero incorrere in pericolo, se mangiassero del frutto del ramo che si stendeva sopra le acque del fiume. Malgrado tutte le sue precauzioni, un giorno un mango maturo cadde dal ramo e fu ripescato da alcuni pescatori. Essi lo mostrarono al re, il quale, goduto per la prima volta il sapore del mango, volle andare a vedere l'albero. Posta la sua tenda sotto l'albero, quella notte il re fu risvegliato dal rumore delle scimmie che saltellavano da un ramo all'altro, mangiando i frutti. Il re chiamò i suoi arcieri e ordinò loro di uccidere le scimmie «Domani mangeremo la carne delle scimmie insieme ai frutti dell'albero», egli disse. Le scimmie, visti gli arcieri, furono prese da terrore di morte e andarono dal Bodhisatta, dicendo: «Che cosa faremo?». Disse il Bodhisatta: «Non abbiate paura; io vi darò la vita». Egli si arrampicò sull'albero, e dalla punta del grande ramo che si stendeva sopra le acque del fiume, volò verso l'altra riva. Si atterrò in un cespuglio, e calcolando la distanza dalla riva fino al grande ramo, fece una corda di giunchi. Ma egli dimenticò di calcolare anche la parte della corda che sarebbe stata legata attorno alla sua vita. Così, volato fino al ramo, rimase aggrappato alla punta del ramo. Allora disse alle scimmie: «Orsù, camminate sul mio dorso e mettetevi in salvo!».

Allora le 80.000 scimmie, chieste le scuse del Bodhisatta, gli dissero addio e, una per una, passarono sul suo corpo verso l’altra riva....

Il Re, restato sveglio, vide tutto l'accaduto, e disse fra sé: «Questo animale, dimentico della propria vita, salvò le sue compagne. Non è giusto distruggere questo re delle scimmie. Io lo tirerò giù e prenderò cura di lui». Allora ordinò ai pescatori di andare verso di lui su una zattera e di farlo scendere dolcemente. Il re lo vestì di stoffa gialla, lo fece lavare nelle acque del Gange, gli unse di olio il pelo, e gli diede cibo da mangiare e acqua zuccherata da bere. Poi lo mise su di un letto alto, e sedutosi su uno sgabello basso, gli recitò la prima strofa:

«Tu ti sei tatto un ponte
e aiutasti loro a porsi in salvo.
Allora, o Re delle scimmie,
chi sei tu per loro?».

da: Jâtaka III, 370-373

 

Letto 3916 volte Ultima modifica il Lunedì, 20 Maggio 2013 22:58
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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