Vita nello Spirito

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 62

Sabato, 26 Giugno 2004 10:29

I dodici gradini dell'umiltà. Introduzione (sr. Francesca osb)

Vota questo articolo
(3 Voti)

Come parlare di umiltà oggi, in un tempo di individualismo esasperato, di corsa al primato, di ricerca affannosa di autoaffermazione e di autorealizzazione? Non è certo una parola di moda!

E come parlare di umiltà rifacendosi a una "Regola dei monaci" per rivolgersi a laici impegnati nel mondo del lavoro, dell’economia, della politica, della famiglia , ambiti tutti nei quali il successo sembra obbligatorio e irrinunciabile?

Eppure nel profondo di ogni uomo e di ogni donna, che sia veramente tale, è nascosta, quasi archetipo strutturale, quasi nostalgia pungente, l’immagine del monaco, perché ogni essere umano, anche senza averne coscienza chiara, "cerca veramente Dio", secondo l’espressione di san Benedetto. Non c’è essere che non cerchi il bene, o almeno un bene; e il bene supremo e assoluto, il solo vero bene, è Dio, e soltanto l’incontro con Dio può appagare il suo desiderio segreto.

Ecco dunque la regola dei monaci: una via per ritornare a Dio, dal quale il peccato o la smemoratezza ci avevano allontanato. Percorrere questa via richiede uno sguardo intento alla meta, un farsi consapevoli della distanza che intercorre fra la suprema grandezza del Creatore e la fragile povertà della creatura. Non è questo l’umiltà? Dono della grazia di Dio, certo, ma anche conquista di una ascesi che vuole sgombrare il cammino da ogni ostacolo, che vuole salire, forse un po’ faticosamente, una scala che porta alla vetta. La scala dell’umiltà, appunto.

La scala poi innalzata è la nostra vita su questa terra: mediante l'umiltà del cuore essa viene dal Signore elevata verso il cielo; e i montanti di questa scala diciamo che sono il nostro corpo e la nostra anima: tra questi lati la chiamata di Dio ha inserito diversi gradini di umiltà e di disciplina spirituale da salire (RB cap.VII).

Vorrei esaminare i vari gradini che san Benedetto enumera considerandoli non nel loro aspetto negativo di fatica e di costrizione, come le varie tappe di un cammino di liberazione, che ci conduce alla perfezione dell’amore, alla libertà completa, alla gioia dello Spirito santo.

sr. Francesca osb

 

Letto 5388 volte Ultima modifica il Domenica, 12 Maggio 2019 16:22

Altro in questa categoria: Premessa »

Search