Vita nello Spirito

Domenica, 30 Novembre 2014 09:32

Perché il deserto? (Giovanni Vannucci)

Vivere religiosamente implica la costante consapevolezza che tutto è tenuto in movimento dall'incolmabile assenza che permette all'uomo di comprendere che Dio è l'ultimo futuro di quanto ha esistenza.
Se lo stile di Dio è quello di un amore solidale, che accetta di impoverirsi per dare dignità alla creatura amata, non diverso dovrebbe essere quello della Chiesa, chiamata ad essere in mezzo ai popoli testimone fedele di questo curvarsi di Dio su ogni persona
La diversità dei corpi femminile e maschile non è solo la diversità più radicale e più complessa dell'esistenza, ma è anche la più feconda: da questa differenza bisogna partire (e a questa bisogna ritornare) per imparare che le differenze non sono un optional per nessuno.
Lunedì, 03 Novembre 2014 16:08

Quando mai, Signore? (Battista Campo)

Tutto ciò ci rende, forse, più saggi e virtuosi. E ci ricostruisce nella convinzione di essere a posto con Dio. Di compiere sufficienti opere buone. Ma… ci rende più evangelici?
A volte i cristiani hanno dato l’impressione che il cristianesimo fosse una religione triste, tetra, fatta di pesanti doveri che mortificano la vita. Se si pone, però attenzione alla rivelazione biblica ci si rende conto facilmente che questa tradizione si era allontanata dall'orizzonte presente nel dato rivelato.
Nulla situa meglio la portata antropologica della preghiera quanto il ricollocare il discorso dei mistici cristiani sulla vita interiore fra i due poli che sono l’origine e la fine ultima dell’uomo.
I discepoli divennero quello che noi tutti siamo chiamati a divenire: quello che Adamo era prima che il mondo fosse: un po’ di materia e un irraggiare e un folgorare dello Spirito.
In Egitto sarebbe stata rinvenuta una delle più antiche rappresentazioni di Gesù.
I versi della poetessa inglese Elisabeth Jennings hanno colto l'estrema serietà con cui Rembrandt ha intrapreso e condotto il confronto spietato con la propria anima e la sua storia, attraverso la ripetuta scrittura del proprio volto.
Si è creduto, a torto, che occorreva preservare le Comunità dalle novità della secolarizzazione, dal cristianesimo non religioso e dal miraggio del ritorno al passato...
Sabato, 26 Aprile 2014 15:56

La risurrezione (Giovanni Vannucci)

Morire è necessario per risorgere, ma in questa morte non è la carne che muore. Niente è più immortale della carne, nulla più vincolante della carne.
Pur senza seguire tradizioni precise, molti artisti e cantautori si sono accostati a Gesù come "evangelisti involontari". Uno dei più seri in Italia è certamente Fabrizio De André, che ha dedicato addirittura un album ai vangeli apocrifi: più di Dio, parla dell'uomo Gesù, dell'amore...

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