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LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE E IL DOVERE DI “CERCARE ANCORA”di Maria Cristina Bartolomei docente di filosofia e teologa Jesus/Novembre 2007Il 7 novembre 1917 scoppiò in Russia la Rivoluzione d’ottobre (quando l’antico calendario russo venne adeguato a quello gregoriano la data slittò da un mese all’altro); nel febbraio-marzo dello stesso anno vi era stata una prima rivoluzione liberaI-borghese, che mirava a sostituire lo Zar Nicola Il. I movimenti di sinistra si attivarono, chiesero una Costituente, cominciarono a organizzarsi in soviet, che divennero poi il nerbo della rivoluzione bolscevica. Il regime sovietico è crollato; quasi scomparsi dalla faccia della terra o in via…
Venerdì, 25 Gennaio 2008 18:57

NON C’È FUTURO SENZA DONNE

NON C’È FUTURO SENZA DONNEdi Sabina SiniscalchiMC Ottobre-Novembre 2007 Sono la maggioranza dei poveri e di coloro che muoiono per malattie curabili, degli analfabeti e dei sottoccupati, delle vittime di guerra e degli abitanti delle baraccopoli. Le donne sono la dimostrazione vivente degli errori e miopia del potere politico. Nonostante tutto, in ogni parte del mondo, sempre più donne lottano per un futuro pacifico, sostenibile, duraturo. Nell’anno 2000 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha stabilito gli «Obiettivi di sviluppo del Millennio »:otto grandi finalità che dovrebbero consentire al mondo di lasciarsi alle spalle per sempre povertà,ingiustizia e diritti violati. Tali…
Venerdì, 25 Gennaio 2008 18:53

TRADIZIONI RISPETTATE

AFRICA I L’ONU APPROVA LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DEI POPOLI INDIGENITRADIZIONI RISPETTATEdi Luciano ArdesiNigrizia/Novembre 2007Ci sono voluti oltre vent’anni di mobilitazione e quasi quindici di discussioni alle Nazioni Unite perché l’Assemblea generale adottasse finalmente, lo scorso 13 settembre, la Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni. Più volte sul punto di essere approvato, il documento alla fine ha visto la luce solo perché, nel corso del tempo, gli stati hanno capito che, in fondo, la Dichiarazione non sarebbe stata altro che un pezzo di carta, moralmente importante, ma nulla di più. La risoluzione con la quale l’Assemblea generale l’ha approvata non…
LA PRETESA DI VERITÀ DELLE CHIESE SPINGE A RIFLETTERE ANCORAdi Vladimir Zelinskijteologo ortodosso Jesus/Agosto 2007Il documento della Congregazione per la dottrina della fede - che ribadisce che soltanto la Chiesa cattolico romana può essere pienamente identificata con la Chiesa di Cristo - come una piccola scossa che, dalle profondità dell’oceano, provocherà grandi ondate. In campo protestante non si è fatta attendere una gelida tempesta, in cui si può sentire il sapore dell’offesa dopo tanti anni di dialogo ecumenico, noi non abbiamo neanche meritato di essere chiamati “Chiesa”?Questa identità confermata, invece, ha portato un’inattesa soddisfazione nella Chiesa ortodossa, anche se la…
ALL’ITALIA SERVONO PARTITI VERI, DEMOCRATICI E REALMENTE NUOVIdi Franco Monaco politologo Confortati da autorevoli opinionisti, avevamo osservato che il più alto e insostenibile dei costi della politica, che affligge l’Italia in modo particolarissimo, è un vistoso deficit di democrazia governante, originato da un sistema politico-istituzionale che inibisce decisioni efficaci e tempestive. All’altezza di economie e società aperte e dinamiche e tali da farci tenere il passo dei nostri partner-competitori dentro un’Europa e un mondo sempre più integrati. Un deficit di democrazia funzionante e governante che si manifesta soprattutto nei rami alti dello Stato, a livello di Parlamento e di governo…
Venerdì, 25 Gennaio 2008 18:45

LE ARMI DELLA DIPLOMAZIA

LIBIA / RETROSCENA DELLA LIBERAZIONE DELLE INFERMIERE BULGARE LE ARMI DELLA DIPLOMAZIAdi Alessandro FarinaNigrizia/Settembre 2007E’ ufficiale: Gheddafi è diventato buono. È diventato così buono agli occhi occidentali che, per prodigio, si sono rotte le dighe che arginavano il riarmo di Tripoli. Lo ha candidamente ammesso il ministro della difesa francese Hervé Morin: «Non esiste più l’embargo internazionale sulla vendita di armi alla Libia. Se non gliele vendiamo noi, saranno altri a farlo: italiani, russi, inglesi».Una precisazione giunta il 3 agosto, dopo lo scoppio sulla stampa dello scandalo sull’ipotetico legame tra la liberazione delle 5 infermiere bulgare e del medico palestinese…
PER GIORGIO LA COERENZA È TUTTO, MA VUOLE DIVENTARE CONSULENTEDi Ettore SuttiItalia Caritas/Luglio-Agosto 2007Giorgio ha quasi 50 anni e la faccia di uno che sa esattamente quello che vuole. Lui è fatto così. E non lo manda a dire. «Mai lavorato in vita mia — spiega -, non ho nemmeno una marchetta da lavoratore dipendente. Perché la coerenza è tutto. Il mio lavoro era la rapina: dentro e fuori le carceri, sperando sempre di fare il colpo che ti sistema. Però, alla fine, è la vita che ti sistema. E ti concia anche per le feste. Ora sono qui, alla…
Reportage dal paese centroamericanoBANCHE E TRAFFICI NEL PAESE DEL CANALEdi Claudia CaramantiMC Luglio Agosto 2007Abbondanza di farfalle, alberi e fiori: questo il significato di Panamá, nome indigeno del piccolo paese situato in posizione strategica tra il nord e il sud America. Un luogo speciale, dove è avvenuto l’incontro non soltanto di culture indigene ma anche di specie animali e vegetali.La popolazione di Panamá comprende, oltre alla maggioranza di mestizos, un 10% di origine cinese, una comunità nera che vive sulla costa caraibica e alcune tribù indie.La capitale, che è stata la prima città fondata da europei sull’oceano Pacifico, si presenta…
Venerdì, 18 Gennaio 2008 18:56

Per non perdere la bussola - SERVE PROFEZIA

Per non perdere la bussolaSERVE PROFEZIAdi Alex ZanotelliDossier Nigrizia / ottobre 2007Nel suo libro, Il sogno europeo, l’economista statunitense Jeremy Rifkin scrive: «L’Europa è diventata la nuova «città sulla collina»: il mondo sta guardando a questo nuovo esperimento di governo transnazionale, sperando che offra quell’indicazione così necessaria riguardo alla direzione che l’umanità globalizzata deve prendere. Il sogno europeo, con l’accento che pone sull’inclusività, la diversità, la qualità della vita, la sostenibilità, i diritti umani universali, i diritti della natura e la pace, è sempre più affascinante per una generazione ansiosa di essere connessa globalmente e, nello stesso tempo, radicata localmente.…
Tuareg / Rivolte in Mali e in NigerLA NAZIONE CHE NON C’È, C’È!Angelo TurcoNigrizia/Novembre 2007I venti della ribellione spazzano il deserto. Temust n imajeghan, il paese dei tuareg, è di nuovo in fiamme. Parecchie cancellerie sono in allerta. E si capisce. La regione è sensibile e ogni faccenda che riguarda i nomadi, per la loro grande mobilità transfrontaliera, si trasforma in un problema internazionale. Le armi crepitano. In Mali la dissidenza è guidata da Ibrahim Ag Bahanga, cui si è aggiunto di recente il colonnello Hasan Fagaga: la rivolta va avanti da più di un anno, sia pure in fasi…
Mercoledì, 26 Dicembre 2007 13:15

UN MAGO ALLA CASA BIANCA

UN MAGO ALLA CASA BIANCA di Christian Salmon*“Le Monde diplomatique” – dicembre 2007(abstract)In un articolo del “New York Times” pubblicato alcuni giorni prima delle elezioni presidenziali del 2004, Ron Suskind, editorialista del “Wall Street Journal” dal 1993 al 2000 e in seguito autore di numerose inchieste sulla comunicazione della Casa Bianca, rivelò i contenuti di una conversazione da lui avuta nell’estate 2002 con un consigliere di George W. Bush: “Mi ha detto che la gente come me fa parte di quella tipologia di persone ‘che appartengono a ciò che noi chiamiamo la comunità basata sulla realtà’ (“the reality-based community”): questo…
Venerdì, 16 Novembre 2007 19:44

L’ODISSEA DI ABRAHAM

L’ODISSEA DI ABRAHAMdi Gabriele Del Grandeda Mondo e Missione / Ottobre 2007«Avevo il numero di telefono di un poliziotto a Tripoli; è lui che mi ha messo in contatto con il commissariato di Zuwarah. Quando ho chiamato, mi hanno fatto parlare un paio di minuti con mia moglie, ma non siamo riusciti a dirci niente, non faceva altro che piangere. Almeno però sapevo che erano vivi. Poi il silenzio per quattro mesi. Ogni giorno controllavo la mail, ma non c’era nessuna novità. Avevo paura che li avessero deportati nel deserto o che li avessero ammazzati. La Libia è un inferno».Si…

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